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Proseguendo nella presentazione dei ‘tesori d’arte’ presenti nella nostra Parrocchia, ecco l’Assunzione di Maria.
Secondo fonti non ancora accertate, la tela che rappresenta l’Assunzione di Maria in cielo costituiva la pala d’altare del vecchio Santuario del Tomasone, poi portata nella parrocchiale in seguito alla rovina dell’edificio. Ora si trova in fondo alla navata destra.
Autore del quadro è il Chiaveghino, ovvero Andrea Mainardi, valido pittore cremonese della seconda metà del ‘500, seguace di Campi e del Malosso: lo dimostra chiaramente la firma apposta in basso al centro: Andreas Mainardus cognomento chiaveghinus cremonensis fac(iebat) 1586.
Lo
schema compositivo è piuttosto classico per quell’epoca e comune a tanti
autori: il sepolcro vuoto, attorno a cui si trovano stupiti alcuni apostoli,
altri apostoli che alzano lo sguardo verso i cieli, dove campeggia la figura
della Vergine nello spazio celeste.
Molto convincente l’atteggiamento della Madonna, quasi incredula di fronte a
ciò che le sta capitando: un sorriso appena accennato tradisce il suo stupore.
Attorno a lei, nello spazio celeste, si aggirano gli angeli, tradizionalmente
abitanti dei cieli: sono qui raffigurati in un atteggiamento di preghiera ed
immersi nella luce divina.
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Solo il più grande, più putto che angelo, agganciato ad una nuvola ai piedi di Maria, guarda divertito lo spettatore: espediente, questo, adottato da grandi pittori per dare più realismo alla scena sacra.
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Gli apostoli in piedi, quattro da una parte e tre dall’altra, fanno come da quinte allo scenario, mentre nell’oscurità emergono gli altri quattro, chini sul sepolcro (manca, ovviamente, Giuda).
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Molto abile il pittore nell’accostamento dei colori, che riescono a creare la giusta atmosfera per entrare nello stupore del sacro. Indubbiamente un quadro che invita all’ammirazione e alla preghiera, fatto apposta per essere messo in primo piano in una chiesa.