
Come avviene nei grandi palazzi d’arte servirebbe uno specchio in mano per ammirare e gustare i dipinti delle volte della chiesa parrocchiale di S. Margherita: la distanza notevole, infatti, unita a qualche problema di illuminazione non permette di valutare appieno l’interessante serie di dipinti che ornano le volte.
C’è da notare intanto l’impostazione solenne della navata, con serie di quattro colonne che delimitano gli spazi dell’aula principale, del presbiterio e del coro. La foto qui a fianco esprime bene l’idea di solennità dell’edificio, che nella successione delle cupole ricorda certe costruzioni di epoca romana.

Si può
notare che la cupola sopra la Mensa,
elemento che occupa tutto il presbiterio, porta un dipinto tutto dedicato all’adorazione dell’Eucaristia, con l’ostensorio
che giganteggia in mezzo ad un tripudio di angeli. Immagine debitrice alla
teologia del tempo, tutta tesa a salvaguardare la presenza di Cristo nel
Sacramento eucaristico.
In una cartolina meticolosamente scoperta da un parrocchiano (L. Medri, che ringraziamo) possiamo vedere la bozza dei
dipinti del presbiterio, che poi verranno realizzati dall’autore con alcuni
ritocchi. Da notare anche la citazione dell’autore.

Sui pennacchi posti alla base della cupola, sono rappresentati gli Evangelisti con i loro simboli: qui riconosciamo Marco, con il leone, e Luca, con il bue.

Più in fondo, in quello che viene chiamato ‘catino absidale’ che chiude l’edificio, è rappresentato l’episodio di Gesù che cammina sulle acque, chiama Pietro a venire a lui mentre sulla barca mossa dalle onde gli altri apostoli ammirano la scena: un episodio praticamente unico rappresentato in tale posizione! Alla base la scritta in latino che descrive la scena: “Allora si alzò e comandò ai venti e al mare, e si fece grande bonaccia!”.
Quella delle scritte in latino è una caratteristica tipica della parrocchiale di S. Margherita: si ritrovano infatti anche sotto la cupola (Christum regem venite adoramus’: Venite adoriamo Cristo re!) e nell’aula principale, con parte del racconto della passione di S. Margherita.

Proprio alla santa titolare della chiesa, sulla volta dell’aula principale, è dedicato il grande dipinto, la gloria di S. Margherita, eseguito dal pittore Mario Albertella nel 1925: ne fa testo la firma qui a fianco.
“Mario Albertella, pittore e restauratore, nasce a Milano il 7 maggio 1883. Frequenta l’Accademia di Belle Arti e la scuola Superiore di arte applicata, avendo a maestri Cesare Talloni e Luigi Cavenaghi. Si dedica completamente all’affresco, eseguendo importanti decorazioni nelle cattedrali di Siracusa, Ventimiglia, Caltagirone, Como, nel Belgio e in Svizzera.
Fondatore della Scuola Professionale di Arte Cristiana e del Restauro a Milano, a lui si deve anche la Libera Università per l’Artigianato Artistico. Ha pure fondato e diretto la rivista illustrata “Arte e Restauro” ed è stato pure consulente tecnico presso il Tribunale di Milano. Ha vissuto sino alla morte, sopraggiunta nel 1955, in via del Caravaggio 18 in Milano“.

Una
descrizione della gloria di S. Margherita che ha come ispirazione le volte
affrescate del sei-settecento, piene di nuvole, angeli in ogni angolo, figure
di Cristo e di Maria che testimoniano che ci troviamo in cielo, nel loro spazio
tipico.
Nei dettagli qui a fianco possiamo ammirare l’abilità descrittiva dell’artista,
che dà origine ad una scena di notevole suggestione.