
La presentazione delle opere d’arte appartenenti alla nostra Parrocchia non può che iniziare dalla santa titolare della chiesa parrocchiale, S. Margherita di Antiochia.
A lei è dedicata la pala dell’altar maggiore, collocata nel punto più visibile da parte di chi entra in chiesa, ovvero dietro l’altare maggiore e sotto il catino absidale.
Attualmente la visione del quadro, dotato di una splendida cornice in legno dorato, opera di Domenico Capra, intagliatore, il cui saldo per il lavoro fatto è datato da un documento il 17 novembre 1588, è compromessa, da quando è stato innalzato il tempietto in marmo, destinato al culto dell’Eucaristia: per gustarla appieno è necessario spostarsi dietro l’altare e magari salire i gradini di legno, che permettono una visione frontale.
L’autore della tela è Andrea Mainardi, che la dipinse nel 1586: la firma dell’autore è visibile in basso a sinistra. Con ogni probabilità il quadro è stato commissionato e voluto proprio per questa chiesa – che, ricordiamo, era molto più piccola in origine ed è stata ricostruita tra il 1783 e il 1791, sotto la spinta promotrice del Prevosto Francesco Maria Zanenga -: prova ne sia la presenza accanto alla santa titolare, Margherita, dell’altra santa onorata a Pandino fin dalla costruzione del castello visconteo, S. Marta.

La pala si presenta con armonia di composizione e con colori splendidi: in primo piano la Vergine con il Bambino che tende le braccia verso S. Margherita. Ai bordi di un cielo splendente figure di piccoli angeli osservano compiaciuti la scena.
In alto si distingue un volo di angeli dipinti con notevole abilità: sono i portacorona, destinati alla due sante: quello regale a margherita, quello di fiori a S. Marta.
La Madonna, che tiene in mano un libro con dei fiori come segnalibro, si volge discretamente alla sua sinistra, quasi per non disturbare l’incontro tra il Figlio e la santa: in tal modo invita lo spettatore a guardare all’altra santa, Marta, che campeggia sulla destra della pala, munita dei suoi simboli caratteristici: il secchiello dell’acqua santa, con cui – secondo la leggenda medievale – asperse il drago che aveva ingoiato un ragazzo, poi risuscitato dall’intervento della santa; la piccola croce, per indicare di aver seguito il Signore nella sofferenza.

Una figura nobile, quella di S. Marta, riccamente vestita per indicare la gloria raggiunta: per quanto può si tiene al bordo della tela, dal momento che la protagonista deve essere Margherita, la titolare della chiesa!
S. Margherita, descritta nella gloria per il suo dialogo col Bambino e per la mano destra della Madonna, che sente sulla sua spalla, sembra aver lasciato lontano la vicenda della sua vita terrena, quando – secondo la leggenda medievale, si è salvata dopo essere stata divorata da un drago-demonio e dopo aver subito il martirio a causa della sua fede, per mano del prefetto Olibrio (il cui nome compare, in chiesa, nel fregio che avvolge tutto l’interno).

I colori dell’elegante vestito sopra la sottoveste, il rosa intenso e il verde, offrono proprio l’idea della gloria raggiunta nello spazio di Dio e dei Santi, in una atmosfera di bellezza e di contemplazione.

Da qualsiasi punto di vista si guardi il quadro offre spunti di notevole interesse: destinato alla devozione sembra dare a chi lo ammira e lo interpreta, una grande fiducia nell’essere accompagnato da due sante, che non hanno avuto paura del male e delle difficoltà della loro vita e della loro fede, popolarmente indicate dalla curiosa presenza dei due draghi!
(foto Stefano De Mari e amici)