Era il 22 febbraio 2020. Alla mattina ero impegnato in una riunione in Comune a Dovera. Il sindaco e presidente della Provincia di Cremona si sarebbe alzato di lì a poco: “Scusatemi, un tavolo tecnico in Provincia per quel presunto focolaio a Codogno”. Poi le chiamate ed i messaggi di alcuni amici ed ex-parrocchiani di Pizzighettone, proprio al confine con il comune lodigiano. E nel pomeriggio l’attesa di decisioni e provvedimenti che dovevano venire dall’alto. Un po ‘ di frustrazione nell’essere lasciati assolutamente soli in alcune scelte. Poi il senso di responsabilità, il confronto con il Parroco ed alcuni confratelli. Proprio quella sera avremmo avuto una sessantina di preadolescenti delle medie per la tradizionale serata di animazione in vista del Carnevale. La prima di una lunga serie di attività che da diversi anni l’Oratorio di Pandino mette in cantiere e che avrebbero accompagnato la comunità, in quei giorni di festa, all’inizio del cammino quaresimale. La decisione, dura e non semplice, di chiudere l’Oratorio. La s. Messa celebrata come spesso mi capita, di sabato sera, al Santuario della Beata Vergine del Riposo. La scelta, presa d’istinto e sull’esempio di quanto chiesto dal Vescovo di Lodi ai suoi preti, di togliere l’acqua dalle acquasantiere, di non scambiarsi la pace con una stretta di mano durante la Messa e di accostarsi alla Comunione, ricevendo l’Eucarestia in mano e non direttamente in bocca…
Dopo un anno siamo ancora qui! Uso il plurale anche perché mai dimenticherò volti e nomi (questi ultimi riportati anche sul numero natalizio di Collegamento) delle tante sorelle e fratelli che in questi mesi abbiamo accompagnato alla casa del Padre. Anche alcuni di coloro presenti durante la s. Messa di quel 22 febbraio che ascoltavano le indicazioni fornite circa lo scambio del segno di pace e l’accostarsi all’Eucarestia magari con un po’ di stupore. In 24 giorni, nel mese di marzo 2020, 36 funerali celebrati con pochi famigliari ed i parenti più stretti all’aperto, direttamente al cimitero. Siamo ancora qui con la voglia, il desiderio, il bisogno di ricominciare! Ci eravamo illusi che l’estate avrebbe spazzato via il SARS-CoV-2 ed invece, pur avendoci dato un po’ di tregua, è ancora qui a creare tante preoccupazioni, ansie e inquietudini. Chi studia questi fenomeni pandemici, ci dice, ancora per molto tempo anche se abbiamo intuito con una mortalità ben diversa da quella dei primi drammatici mesi.


Noi, invece? Siamo diversi? Più maturi, più responsabili? Io, se faccio i conti con i miei peccati e la mia poca fede devo rispondere, con sincerità: poco, molto poco… Anzi, forse in quest’anno, sotto le fatiche della responsabilità, tentato dall’ansia da prestazione, più preoccupato di fare che di essere mi sono lasciato tantare dalle risposte facili, a buon mercato… Ecco perché sono grato che la Chiesa, nella sua bimillenaria sapienza, ancora ed ancora come madre e maestra ci riconsegni quell’eterno invito con cui inizieremo, fra pochi giorni, il cammino della Quaresima: convertitevi!
La conversione non è un processo orizzontale ma verticale. È una tensione verso l’alto, verso quel meglio che per fede sappiamo essere in Dio ma che Lui stesso, attraverso il Figlio suo Gesù Cristo, ha promesso di donarci: “Non temete, vado a prepararvi un posto, perché la dove sono io, siate anche voi!” (Gv 14,2).
Ecco allora che in questa consapevolezza, quella cioè che tra errore e Grazia si gioca tutta la nostra vita, sono contento che riaprendo progressivamente le attività si possa riprendere a vivere l’Oratorio! Scrivo queste parole mentre mi trovo ancora in Brasile, presso la parrocchia Jesus Cristo Ressuscitado. Nel rimpianto di non essere presente fisicamente e nella consapevolezza che non tutti comprendano ed accettino la scelta di partire, non posso non scorgere tuttavia la provvidenziale presenza di un gruppo di giovani che ha scelto di esserci, di starci! Non sono perfetti (nessuno di noi lo è!) e certamente non sono ancora autonomi nel pensare e progettare una Pastorale Giovanile che oggi sembra essere più che mai la frontiera del nostro essere comunità cristiana che annuncia il Vangelo e genera alla Fede nel Dio di Gesù Cristo. Eppure questa assenza, calcolata ed imprevista, sta liberando energie positive che spingono verso l’alto!
Mettiamoci in scia allora! Dispieghiamo le ali e lasciamo che lo Spirito Santo sostenga ed illumini questo nostro tratto di vita e di vita ecclesiale. Tanti ancora sono i temi in agenda: pensiamo alla catechesi, alla partecipazione all’Eucarestia ed ai sacramenti, alla carità concreta ed urgente… Per ora solo il più grande e sincero augurio di un buon cammino: buona Quaresima 2021!
don Andrea