Praticamente in sordina sta passando l’anno della vita religiosa, proposto da Papa Francesco per il 2015.
Religiosi sono quei cristiani e cristiane che esprimono la loro fede in una forma di vita contrassegnata dal celibato per il Regno dei cieli e dalla vita comunitaria vissuta sull’autorità di una regola.
La sensazione che la vita religiosa stia morendo, e per di più in una
sorta di indifferenza, pone molte domande alle Comunità cristiane:
perché le vocazioni vanno a picco (almeno qui in Italia e in Europa)?
Perché sono in via di estinzione ordini religiosi e tante congregazioni,
che tanto bene hanno fatto religiosamente e socialmente al popolo
cristiano e non? Perché le nostre parrocchie stanno soffrendo una
penuria di proposte e di risposte alla vita religiosa?
C’è chi dice che questo è un segno dei tempi: non c’è più bisogno come una volta di interventi nel sociale: ci deve pensare lo Stato.
Ma che cristianesimo può essere quello che lascia da parte – o
non è sensibile – alla proposta evangelica radicale, incarnata per
secoli nella vita religiosa?
C’è spazio per un necessario dibattito e ripensamento, anche tra di noi e nel nostro modo di essere cristiani. La pausa ferragostana potrebbe favorire tra noi anche un confronto di questo genere…!
Per non dimenticare le religiose la cui presenza a Pandino ha contrassegnato anni e tante storie proponiamo qui sotto due articoli, già pubblicati su ‘Collegamento’ in occasione del saluto alle Suore Adoratrici nell’anno 2009.
Buona lettura!
Carissime Suore Adoratrici,
non avrei mai pensato di dover scrivere il vostro saluto, anche perché non ho mai pensato alla possibilità della vostra partenza. Pandino è una parrocchia grande, dalle molteplici necessità, sempre in espansione, pertanto il “lavoro” non manca. Invece la notizia è arrivata.
A dire la verità qualche voce circolava ed io speravo di poter dare finalmente ragione a chi sostiene che a Pandino ci sia una dose massiccia di pettegolezzo. Invece no, purtroppo tutto era terribilmente vero. Nel mio cuore si sono susseguiti molti sentimenti anche contrastanti tra loro: smarrimento, molta tristezza, un pizzico di rabbia, non lo nascondo, e tanta, tanta riconoscenza.
Care Suore Adoratrici, siete state i miei “angeli custodi”: mi avete accompagnato nelle diverse fasi della mia vita, dalla scuola materna alla mia infanzia e giovinezza, fino ad ora che sono sposa e mamma.
Tutte voi avete lasciato in me un segno: la vostra vita mi ha fatto
capire quanto importante sia la presenza di Cristo; mi avete trasmesso
la gioia di chi ha sperimentato un grande Amore e lo vuole condividere.
Mi avete insegnato a dare un senso alla vita, a capire che c’è un
“progetto” per il quale vale la pena spendersi. Mi avete insegnato ad
amare gli altri soprattutto i più indifesi: come ho apprezzato l’amore e
la dedizione che voi avete dimostrato tra gli anziani della casa di
riposo o con gli ospiti di Casa Famiglia.
Quanta disponibilità con i più piccoli alla scuola materna, quanto amore
e generosità con i ragazzi e i giovani in parrocchia, con le famiglie.
Vi ho viste sempre disponibili, ognuna di voi con caratteristiche
proprie, ma tutte con una grande desiderio di testimoniare Cristo.
Instancabili, cordiali, pronte a dire una parola gentile e a dare un
consiglio nel momento del bisogno. Che bello vedervi in chiesa assorte
nell’Adorazione Eucaristica tanto cara a voi: mi avete insegnato a
riconoscere nell’Eucaristia il segno vivo della presenza di Dio. Mi
avete trasmesso la speranza che scaturisce dall’affidarsi totalmente al
Signore. Devo a voi il merito di avermi insegnato a pregare: sapevo già
recitare le preghiere, ma voi mi avete fatto capire che la preghiera è
dialogare con il Signore, che è importante aprire il proprio cuore.
Quanto bene avete dato alla parrocchia, a ciascuno di noi.
Nella mia mente scorrono veloci tantissimi ricordi e devo riconoscere
che sono tutti molto belli: gli incontri di catechismo, di Azione
Cattolica, le domeniche alla Casa della Gioventù, i grest, le gite
parrocchiali, i campi scuola a Valpiana, le lunghe chiacchierate sempre
ricche di saggezza. Con molte di voi ho instaurato rapporti di vera
amicizia, per tutte provo sincera stima e tanto affetto. Siete state
sempre, in tutti questi anni che superano il secolo, una presenza
davvero preziosa nella nostra comunità parrocchiale.
L’umile e generoso servizio, mai ostentato, ci ricorda che siete state
come il “seminatore” di cui si parla nel Vangelo, siete state come “il
lievito”, come il “sale della terra”. Grazie per tutto questo.
Cosa sarà la nostra parrocchia senza di voi, senza il vostro stile di
vita, il vostro carisma. Io mi sento impoverita. Come mamma mi preoccupa
molto il fatto che non ci sarete ad accompagnare le mie figlie nella
loro crescita. Certo che potranno contare su altre figure, sicuramente
in primis i sacerdoti, ma non ci sarete più voi, a loro mancheranno quei
punti di riferimento che io ho avuto.
Una di voi, mia carissima amica, di fronte al mio scoramento, mi ha detto che ora è tempo di laici formati, consapevoli e maturi; ha anche aggiunto che è doveroso pregare per le vocazioni. Lo faremo, ve lo assicuriamo, ma anche voi continuate a sostenerci con la vostra preghiera, ne abbiamo bisogno.
Mi piange il cuore al pensiero che tra qualche giorno la vostra casa
sarà vuota e sono sicura che il cuore sta piangendo a tantissime
persone. Ho parlato in prima persona, ma sono certa di rappresentare
l’affetto, la riconoscenza e la_gratitudine di tutta la comunità. Grazie
davvero per tutto quello che avete fatto per Pandino. Il vostro ricordo
ci sosterrà nei momenti di sconforto; la vostra determinazione ci verrà
incontro quando saremo tentati di lasciar perdere, la dedizione verso
il prossimo sarà l’insegnamento che serberemo nel nostro cuore come
tesoro prezioso.
Non vi dimenticheremo e ringrazieremo ancora il Signore per averci dato la possibilità di conoscervi e condividere con voi una parte della nostra storia. Da tutti noi un sincero, profondo, sentito grazie.
Roberta Quinteri
Da 107 anni al nostro servizio.
Era il 20 ottobre dei 1902 quando giunsero in paese le prime Suore Adoratrici del SS. Sacramento, provenienti dalla Casa madre di Rivolta d’Adda.
Erano state chiamate dalla “Congregazione di Carità” di Pandino, che diverrà, in seguito E.C.A. Si chiedeva loro di dirigere l’Asilo Infantile e la Scuola di lavoro per le ragazze, e di occuparsi dell’Oratorio Femminile.
Sei anni dopo, nel 1908, quando fu finalmente inaugurato dopo anni e anni di attesa l’ “Ospedale dei poveri”, ora Casa di Riposo, giunsero altre suore per l’assistenza ai malati. Mentre le Suore dell’Asilo hanno continuato la loro opera nel corso dei decenni senza interruzione fino ai giorni nostri, quelle dell’ “Ospedale dei poveri” ci hanno lasciato il 31 agosto 1987.
Successivamente nell’agosto del 1999 fino al febbraio del 2002, ci fu nella nostra Casa di Riposo una presenza che ci fece ben sperare: quella di Suor Melania della Valle, che pur dirigendo, come superiora, la Scuola materna, passava le sue giornate tra i nostri anziani ammalati, sempre col sorriso sulle labbra, gentile, attenta, premurosa, tanto che qualcuno l’aveva definita la “Madre Teresa di Pandino”.
Le Suore Adoratrici del SS. Sacramento nel 1992 hanno avuto la gioia di vedere dichiarato “beato” il loro fondatore quando Papa Giovanni Paolo II° venne a Caravaggio. Padre Spinelli era nato a Cremona nel 1853 e appena diventato sacerdote fondò una comunità che avesse lo scopo di mettersi completamente al servizio degli altri e che alimentasse continuamente la propria vita spirituale con l’adorazione di Cristo nel Tabernacolo. Le prime Suore, sette soltanto, iniziarono la loro vita in comune a Bergamo, accogliendo subito alcune ragazze bisognose di aiuto. Il primo istituto in provincia di Cremona fu quello di Rivolta d’Adda e il secondo fu il nostro, quello di Pandino.
Era il 1902. La prima Superiora fu Suor Rosa Volontè, che restò in paese fino al 1923. Da allora le Superiore che si sono alternate nella nostra Scuola materna furono tante.
Eccone i nomi, che potrebbero essere per tanti pandinesi un nostalgico “amarcord”: dopo suor Rosa giunse suor Sebastiana. per pochi mesi, nel 1923: suor Maurina, invece, rimase con noi fino al 1927: suor Raimonda la sostituì tino al 1930; Suor Ottilia rimase dal 1930 al 1935; suor Albertina fu a Pandino per ben undici anni, fino al 1946; suor Ferdinanda fu con noi dal 1946 al 1955; suor Ambrogia fino al ’61; suor Cristina fino al 1968: suor Mansueta fino al 1972: suor Carla fino al 1975; suor Filomena dal ’75 0’84; suor Gianna dal 1978. come maestra d’asilo. poi dall’84 al ’93 anche come superiora; suor Filomena ritorna a Pandino nel 1993 e vi rimane un solo anno come superiora; suor Celeste fu superiora dal 1994 al 1999; suor Melania restò tra noi poco più di due anni fino al 2002; suor Albertina arrivò nel 2002 e parti nel 2003; suor Maria Teresa fu superiora dal 2003 al 2005: suor Franchina Raimondi dal 2005 al 2006; suor Annamaria Molinari dal 2006 al 2007; Suor Agata giunse nel 2007 e se ne andrà, purtroppo, a giorni e precisamente il 30 giugno 2009, quando, con suor Anselma e suor Eralda, abbandonerà per sempre Pandino e i suoi abitanti, i quali le rimpiangeranno a lungo, poiché le ‘bianche sorelle’ ormai facevano parte della nostra vita di ogni giorno e il loro sorriso bastava a volte a ridarci la serenità.
M. Gatti Galasi