Leggere e sognare: sono queste le parole che hanno aperto l’incontro dei catechisti della comunità di Pandino la scorsa sera, lunedì 13 luglio. Niente date, modalità, programmazioni, ma, solamente, lasciandosi guidare dalle letture della domenica, un provare a dare forma e voce a sensazioni ed emozioni che il periodo di lockdown e chiusura hanno suscitato in loro, catechisti che hanno accettato la sfida di iniziare alla fede la vita e la storia di bambini e ragazzi. Dare forma a ciò che in questi tempi molti hanno pensato e provato e poi voce, condividendo insieme fatiche e scoperte.
Ed è così che leggendo il tempo appena passato sono emerse parole e riflessioni di cristiani che stanno provando a raccontare ai più piccoli la bellezza di vivere secondo il Vangelo. Vivendo in sospensione, distaccati, interrompendo i rapporti che si stavano costruendo ci si è trovati, da un lato, impotenti, dispiaciuti per essersi lasciati, per non potersi rivedere, ma, dall’altro, con un forte senso di attesa, di desiderio, di speranza di poter riprendere il cammino, con la voglia di sentirsi e di pensare al futuro, al dopo.
Perché nonostante le fatiche e i propri limiti più o meno consapevoli con cui ci si trova a dover lottare, il desiderio e la voglia di riprendere le relazioni con i ragazzi e le loro famiglie sono più forti e trovano spazio nelle menti e nei cuori di questi catechisti. E allora, dopo aver provato a leggere questo tempo che ha messo alla prova la rete di relazioni di ciascuno, la domanda che sorge spontanea è “che cosa sogniamo per i ragazzi?”
Sembra difficile, ora, sintetizzare i sogni di tutti che con fatica sono riusciti a prendere voce, ma, in poche righe sognano adulti riconoscibili, che sappiano rendere protagonista ogni bambino; ragazzi che, con esperienze positive, possano scoprire la bellezza che c’è in ognuno di loro e la gioia nell’incontro con il Signore; relazioni sempre più profonde e autentiche.
Forse sono sogni alti, ma sognare non costa nulla e aiuta a pensare a qualcosa di nuovo, a reinventarsi. E se la novità più grande la si trova nella Parola, «lampada per i miei passi e luce sul mio cammino» [salmo 118, 105], allora è proprio da lei che bisogna partire, ripartire per riflettere e progettare il domani.
Infine, si sono salutati così, “Amate ciò che amano i giovani, affinché essi amino ciò che amate voi”, con una celebre frase di San Giovanni Bosco che invita gli adulti a stare al fianco dei più piccoli, a chiamarli per nome, uno ad uno, per poter mostrare loro il bello della vita da cristiani.
Giulia, catechista del gruppo adolescenti