La costruzione della Chiesa di Santa Margherita V.M. venne avviata nel 1783 e conclusa nel 1791 sotto la spinta promotrice del Prevosto Francesco Maria Zanenga.
La ricostruzione della Parrocchiale, che insisteva sullo stesso luogo, si rese necessaria per due ordini di motivi: lo stato di fatiscenza avanzata, e l’incapacità della Chiesa in rapporto alla crescente popolazione.
Ignota è la ragione che ha indotto a scegliere come progettista della Parrocchiale un Architetto di chiara fama come Felice Soave. Suo è il disegno per la facciata del Duomo di Milano, più tardi realizzato dall’Amati. Nato a Lugano nel 1749, il Soave si era formato presso l’Accademia di Parma, dove il Francese Petitot insegnava, gettando i primi fondamenti del Neoclassicismo Lombardo.
Stabilitosi a Milano, l’Architetto luganese venne influenzato dal Piermarini, impegnato come Imperial Regio Architetto ed ispettore delle Fabbriche di tutta la Lombardia, fra l’altro progettista della Villa Reale di Monza e del Teatro Alla Scala.
Santa Margherita V.M.
LE ORIGINI
Forse proprio nel monopolio artistico del Piermarini nell’area milanese va letta l’attività del Soave in Provincia. Ciò che importa è che la Comunità pandinese possa vantare uno dei primi esempi di Neoclassicismo Lombardo.
L’ispirazione Neoclassica guarda ai classici antichi mediati dalle esperienze cinque-secentesche del Palladio e del Vignola, di cui la facciata di Santa Margherita V.M. è sintesi.
Come appare da una lapide marmorea interna, situata nella controfacciata, la chiesa è stata consacrata il 22 ottobre 1871 dal vescovo di Casale Monferrato Pietro M. Ferrè, essendo parroco don Giovanni Battista Franzosio.
DESCRIZIONE DELLA CHIESA
Facciata: Ispirata al Pantheon, trova la sua armonia nelle otto imponenti semicolonne di ordine gigante con capitelli corinzi, sormontate da un frontone timpanato. Seguendo la lezione del Palladio, viene però eliminato il portico, il cui disegno rimane a scandire il ritmo di facciata. Si passa quindi dal tridimensionale al bidimensionale.
Interno: L’aula è dominata da quattro imponenti colonne che reggono la volta della navata. La Chiesa si apre sul presbiterio con una cupola, e si chiude nell’abside con semiconca. Un sistema di volte che ricorda gli edifici termali e basilicali di Roma antica.
Dividono il presbiterio dall’aula due imponenti pulpiti, che nella soluzione architettonica richiamano gli omologhi presenti nel Duomo di Milano. In essi sono raffigurate due scene di catechesi evangelica: “Gesù nel tempio tra i dottori” e “Il discorso delle Beatitudini”. L’impianto decorativo delle volte, realizzato dall’Albertella, risale ai primi del Novecento, e consiste in affreschi raffiguranti: “Il cammino di Cristo sulle acque”, “L’esaltazione dell’Eucaristia” e “La glorificazione di Santa Margherita”. Nei pennacchi tradizionali figure di evangelisti e profeti.
Una lunga scritta a caratteri cubitali taglia le pareti della navata: si tratta di una sintesi della ‘passio’ di S. Margherita secondo la leggenda a lei riferita.
Opere di pregio: Molte opere all’interno della Chiesa hanno origine antecedente alla sua costruzione, perché provenienti dall’edificio demolito, o dalle altre Chiese di Pandino.
Pala di Andrea Mainardi detto il Chiaveghino: voluta dai reggitori dell’antico Santuario di Santa Maria del Tommasone quale pala d’altare della Chiesa nel 1586, oggi è conservata sulla parete di destra dopo l’ultima cappella; essa raffigura l’Assunzione della Vergine.
Pala absidale: sulla parete dell’abside una grande pala, di Andrea Mainardi, detto Chiaveghino, 1586 (la firma in basso a sinistra), raffigura la Vergine Maria in trono con il Bambin Gesù e le Sante Marta e Margherita. Sicuramente un recupero dalla Chiesa precedente, inserita in una cornice lignea, opera di Domenico Capra nel 1588, come recita un documento di pagamento che si trova in archivio parrocchiale.
Seconda cappella di destra: pala devozionale dei confratelli della confraternita di S. Marta (poi confluita nella Arciconfraternita della SS. Trinità) raffigurante la Trinità con la patrona Santa Marta, nonché gli stessi confratelli in preghiera. Questa tela, posizionata all’origine in S. Marta, è stata portata nella nuova Chiesa parrocchiale a fine settecento ed adattata ala nuoca collocazione.
Via Crucis: quattordici tele, databili sul finire del settecento, attribuibili a Federico Ferrario, artista attivo in quegli anni nel milanese.
Organo: è un Fratelli Serassi di Bergamo del 1788 (n. 225), e nella Chiesa di Santa Margherita V.M. è strumento di notevole importanza, grandioso ed equilibrato nella composizione.
L’organo “Andrea e Giuseppe Serassi 1775/89” della Parrocchia Arcipretale di S. Margherita, Pandino (Cr)
Il pregevole organo della Parrocchia di Pandino venne costruito dai celeberrimi organari bergamaschi Andrea e Giuseppe Serassi.
La data di edificazione inizialmente indicata in 1798 (data riportata a caratteri incisi dietro la canna maggiore Fa -1della facciata), è stata nel recente intervento rivista. Un documento del 1774, riportata la richiesta da parte della fabbriceria della Chiesa alla Curia di Cremona, di poter abbattere un muro per collocare un nuovo organo.
“intenderebbero far costruire un nuovo organo in detta Chiesa Parrochiale, a lustro e decoro maggiore della medesima”.
Questa preziosa testimonianza unita ad una ulteriore data e firma sempre di Andrea e Giuseppe Serassi, ma questa volta con indicazione dell’anno 1775, rinvenuta dietro la canna Do 1 di 8’, ha portato a formulare una nuova ipotesi; cioè che gli stessi costruttori vennero incaricati di smantellare momentaneamente l’organo e ricoverarlo fino alla conclusione del nuovo edificio. Quando l’organo venne ricollocato necessitò ovviamente di alcuni adattamenti e certamente, viste le dimensioni maggiori del nuovo fabbricato, di una nuova e più grande mostra di facciata.
Ecco che allora con una semplice ridefinizione dei registri i Serassi risolvono il problema mantenendo il vecchio somiere maestro: – La facciata originale di 8’ piedi viene inglobata in un nuovo registro di Contrabassi alla tastiera (solo bassi) mediante la sostituzione del trasporto di facciata e l’aggiunta di un piccolo somiere per le prime 3 note di 16’, Do, Re , Mi.- Un’altra porzione di facciata viene utilizzata per i le prime note della Flutta ottaviante – La continuazione interna del principale di 8’ viene mantenuta con l’estensione dal Do 2.
Riassumendo l’organo di Pandino venne costruito nell’anno 1775 da Andrea e Giuseppe Serassi di Bergamo, rimontato nella nuova chiesa parrocchiale, dagli stessi artefici nel 1789, con l’apporto di alcune modifiche e l’aggiunta di un secondo manuale in Eco
Di grande pregio sono anche i confessionali e la sacrestia lignea del seicento; essi si distinguono per la raffinatezza compositiva e la finezza dei decori.